Amore

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Cos’è l’amore?

Come si fa a descrivere un sentimento come questo? non è semplice trovare parole idonee a riassumere in uanpagina di blog il suo significato. partiamo da cosa non è amore:

1) egoismo ———-> L’amore non può permettere che si pensi solo a se stessi, amore è reciprocità, uno scambio di sensi, di emozioni, di pensieri, di fisicità.

2) paura ————> L’amore non ammette paura, è un ostacolo e chi ama non può permettersi di aver paura.

3) gioco————-> Anche se in amore come in guerra tutto è permesso è giusto ricordarsi che la posta in gioco è un sentimento e con le emozioni non si può giocare, per quello bastano due dadi.

4) strategia ————–> Basta cn la solita solfa che in amore vince chi fugge, con la strategia adotti lo schema giusto per vincere una partita, ma le emozioni più grandi nascono spontaneamente e come dice De Andrè “è dal letame che nascono i fiori”

5) obbligo ————-> L’amore non si impone.

6) fretta ————–> La premura è cattiva consigliera e ci sono amori che chiedono più tempo e più pazienza.

7) odio —————>L’esatto opposto dell’amore.

8) bugie ————-> Mentire non porta a nulla di buono.

ho trovato 8 cose che non rappresentano l’amore, forse sulla base di questo potrei formulare una definizione e ci proviamo:

Amore —————> Un percorso, un cammino che coinvolge due persone le quali mano nella mano attraverseranno gioie ed intemperie e come due linee parallele raggiungeranno l’infinito sulla stessa via, viaggiando nel tempo e nello spazio senza indossare maschere nella più è completa trasparenza.

Tutti abbiamo paura

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Non ho mai conosciuto una persona che non ha paura di niente, neanche quei tre o quattro elementi così vanesi e pieni di sé anche loro ne soffrivano. Che sia paura di un insetto o ansia da prestazione, ma sempre paura era.

E’ inevitabile, la paura è un percorso puoi rimanerne vittima e girarci intorno come fosse un circolo vizioso o puoi deviarla. Mi viene in mente la canzone di Jovanotti “Mi fido di te” quando dice “La vertigine non è paura di cadere, ma voglia di volare”. Si ci sono ho capito, la paura è un trampolino, sul bordo della tavoletta ci sei tu, hai davanti il mare, sopra di te il cielo e davanti a te la tua vita. Ci sono due alternative buttarsi nel vuoto o scappare via. Se ti butti il rischio è farsi male, annegare, ma ci sono anche aspetti positivi, l’adrenalina che sale, l’acqua fresca che ridona energia e vitalità, la brezza. Se scappi perdi tutto ciò, è vero non rischi di sbattere contro uno scoglio, non rischi di affogare, ma pensi che fuggendo respirerai a pieni polmoni? L’uomo che fugge è l’uomo che non ha imparato a vivere, non ha imparato a rischiare e non ha imparato ad amare. Puoi viaggiare per il mondo intero, ma arriverà un giorno in cui vedrai la tua immagine riflessa  e nei tuoi occhi i segni dei rimpianti.Vuoi vivere di rmpianti? o vuoi poter dire ci ho provato anch’io?

Il mio primo racconto: Camminando

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Era passato quasi un anno da quando i miei occhi si aprirono per la prima volta. Mia madre mi teneva così stretta a sè che quasi pensavo di soffocare. Per mesi il mio unico compagno era stato il mio cordone ombelicale, lui ed io eravamo amici e una volta giocando, ricordo che strinse così forte che violentemente
lo staccai dal collo Già dentro il pancione mi facevo notare per il mio spirito combattivo. Saltavo, trottavo, bussavo.. Arrivò il giorno però, in cui quel paradiso, cominciava a stare stretto e allora con i miei soliti calci chiesi a mamma di uscire. Da quel giorno sono trascorsi 12 lunghissimi mesi. Alla luce del sole il tempo scorre velocemente e tra paperelle, orsetti e farfalle a carillon ho scoperto che fuori si sta decisamente meglio che dentro.
Sentivo una forza strana che mi sollevava, le mie paffute coscette si muovevano armoniosamente. Per la prima volta il mio corpo stava per staccarsi da terra. Ricordo quanta paura, il cuore batteva a mille allora, però ci stavo provando e tac ero quasi in piedi.. ma attenzione puff ero caduto.. Iniziai ad urlare come un matto, mamma non sapeva più come calmarmi, mi dava il ciuccio, ma io lo sputavo ero decisamente impaurito, alla fine sfinito mi addormentai.
Il giorno seguente sempre il mio agire da guerriero mi suggeriva di riprovare, staccandomi da terra ho sentito un emozione forte e anche se il finale era stato un po’ traumatico io non volevo arrendermi. Il secondo tentativo andò peggio, cadendo sulla fronte cresceva un bernoccolo gigante.. Il terzo giorno ancora, poi il quarto, il quinto e al sesto.. al sesto il cuore tremava, le mani erano accaldate, forse mi stava venendo una di quelle febbriciattole che colpiscono spesso i bambini, ma non m’importava volevo sentire ancora quel brivido.. misi una mano sul muro, stringevo i miei due dentini, come una molla cercavo di caricarmi, quando stavo per alzarmi.. sudavo, la fatica era tanta, ma chiusi gli occhi pensai alla mia mamma e improvvisamente ero in piedi, mossi così i miei primi passi, Non dimenticherò mai lo sguardo di mamma e la gioia di papà. Avevo vinto la mia prima sfida.
Oggi sono cresciuto, oramai sono un uomo. Tra mille imprevisti cerco di avviare una carriera. Le sfide si presentano in continuazione e ogni volta che cado penso a quella grinta che mi permise di imparare a camminare. Sto per sposarmi, ho una compagna che mi ama e l’affetto di amici cari. Quella forza combattiva mi accompagna sempre, non mi ha mai lasciato, perché un ostacolo non è la fine, può rappresentare un inizio, una scoperta e chi meglio di me può spiegarti cosa significa ricominciare a vivere? Mi vedi? Forse ti sembro inutile, forse penserai che tutta la mia vita è inutile. È vero, quell’incidente mi portò via le gambe, ma non l’amore per la vita. Ripenso spesso al giorno in cui ho mosso quel passo, oggi ne muovo ancora con l’aiuto della mia carrozzina, e si soli non si è mai nessuno! Non ho paura di andare avanti, ho solo voglia di godere momenti felici e a mia vita né è testimone.. quindi ragazzo non arrenderti davanti ad una caduta, riprendi a camminare a testa alta, solo così potrai dire di aver vissuto.

Il perdono

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Cos’è per voi il perdono? Un percorso? Un principio? L’impossibile?

Mi sono chiesta più volte cosa spinge una persona verso il perdono. Mi sono accorta che esistono pochissime occasioni in cui si è disposti a concedere una seconda possibilità anche la stessa vita per esempio ti dice che una volta commesso un errore recuperare è difficile.

Cosa vuol dire pedonare?

Perdonare significa superare una situazione negativa e struggente, un tradimento per esempio, ma anche qualcosa di meno grave, ma altrettanto doloroso, come la delusione. Se vuoi bene a chi ti ha fatto del male non esiti a fare un passo indietro, ma se quei gesti fossero così devastanti da non poter permettere una chance come si fa? a voi l’ardua sentenza

Le mie parole non sono solo parole…

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Io Giovanna Linda Pantano giuro solennemente quanto in questa pagina verrà espresso in calce, e nel pieno delle mie facoltà prometto che di questo giuramento non resteranno solo parole volanti, ma la dimostrazione d’essere una donna di principi.

  1. Giuro che da oggi penserò di più a me stessa, e che in ogni avventura a cui parteciperò nessuno potrà mai sindacare i miei gesti e le mie scelte.

  2. Giuro che sarò presente col cuore, con la mente, con tutta me stessa e che vi farò capire che potrete contare su di me.

  3. Giuro che vincerò le mie paure, e che accetterò ogni sfida con grinta, tralasciando i dubbi e le incertezze.

  4. Giuro che se cadrò utilizzerò tutte le mie forze per rialzarmi, perché anche io so essere un vincente.

  5. Giuro a mamma e papà che sarò una buona figlia sicché mai possiate vergognarvi di me.

  6. Giuro che amerò la vita, nelle sue gioie e nei suoi dolori e che non mi abbatterò perché voglio vivere e non morire.

  7. Giuro che gestirò la mia rabbia e la trasformerò in ambizione e determinazione.

  8. Giuro che sarò fiera di me, ma anche autocritica quando ce ne sarà bisogno.

  9. Giuro che non trascurerò le mie passioni.

  10. Giuro che non avrò paura di amare, l’amore è una cosa meravigliosa.

Ce la metterò tutta per imparare ad essere una donna migliore.

Sarà che io ci credo…

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Saà che io ci credo, ma tu questa notte eri accanto a me, mi hai accarezzato la testa e poi sei andato via. Questa cosa mi rincuora, pensavo fossi arrabbiato con me, non essere venuta il giorno del tuo funerale è un peso che porterò con me sempre, ma di una cosa stai sicuro, non crederò mai a tutte quelle cose cattive che hanno detto sul tuo conto. Ti hanno accusato di essere la persona più squallida di questo mondo, ma sei solo una persona umana che ha sbagliato. Se credi nel perdono allora diventi forte, trasformi la rabbia in positivo e allevi anche il tuo dolore.

Ho sperato in un miracolo, purtroppo ho capito che contro la volontà di Dio non si può andare, era il tuo destino e così è andata. lasci un vuoto grande. Mi fa piangere il solo pensiero che in ogni momento bello della mia vita tu non ci sarai, anche se forse arriverai con il Borsalino nero e con la tua camicia nera per vivere da spettatore le mie vittorie e per sollevarmi dalle sconfitte. Tu ci sei, sei vivo nei nostri ricordi, nel nostro cuore e no ti dimenticheremo mai!

Ancora una volta ti voglio bene zio

Crescere

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ed è così che torno a scrivere… forse non sono ancora pronta, ma sono certa che mi aiuterà a liberarmi.

Roby un assiduo lettore dice che rivive certi miei pensieri, perchè in passato si è trovato a porsi le stesse mie domande.Questa confessione è stata un motivo di stimolo per me. pensavo che questo blog fosse abbandonato a se stesso, ma anche se forse sarai l’unico spettatore io non lo abbandono.

Sono stati giorni difficili, ma che mi hanno permesso di crescere. Che ci crediate o no non si smette mai di diventare grandi, anchea cinquant’anni puoi sentirti bambino per poi provare emozioni positive e negative che fanno ingrandire il bagaglio di esperienze. Questa esperienza che ho vissuto è stata diversa dalle precedenti, per la prima volta ho davvero capito che cosa significa perdere una persona. Quando una storia d’amore finisce soffriamo, pensiamo di non poterci più rialzare, perchè viene a mancare quel punto fermo della tua vita attorno a cui tutto ruotava. é un dolore forte, ma è superabile, un nuovo amore potrà colmare quel vuoto e da terra si può lentamente decollare per navigare in un dolce cielo stellato. battist diceva non si muore per amore, che grande verità. D’amore no, ma la vita ha una sua fine e arriva qui la sofferenza più grande, perdere per sempre una persona.

Se credi in Dio o in una religione puoi cercare di placare la sofferenza pensando alla salvezza eterna, al purgatorio e poi al paradiso, ma attenzione esiste anche l’inferno.Qual è il vero inferno? L’inferno resta qui, liti senza senso, parole fuori luogo e fango. Non ci curiamo del male che possiamo arrecare all’anima della persona scomparsa, perchè il corpo muore, ma l’anima vive, ma un vecchio detto dice che  “la lingua non ha ossa, ma rompe le ossa”.

Quando non credi o perdi la fede tornare alla normalità diventa ancora più complicato, ma quello che fa più male non è l’idea della morte in è, ma accettare di non poter più vedere quella persona, ed è così che ti manca la sua voce, il suo profumo e il suo abbraccio, perchè queste sono le cose che più mi mancano di te.

Voglio credere che tu sei vicino a noi, che ci guardi e che oni tanto quello strano profumo di gigli stia a ricordarmi che non sarò sola mai. Non pensavo potessi mancarmi così tanto, perchè chi pensa alla morte? a 25 anni poi ci vai mai  pensare? Eppure succede e zitto e quieto devi accettarlo, peccato sia davvero difficile. Quando stringo la mia mano penso a quando stavi entrando in coma, me l’hai stretta fortissimo, portandola vicino al cuore e allora so che anche tu sarai lì nel mio cuore e che il tuo ricordo non morirà mai.

Ti voglio bene zio!