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Non capisco perchè tu debba sempre sfuggirmi dalle dita.

Non capisco perchè quando sono stra convinta di aver vinto, tu pareggi sempre e bastano pochi secondi per capovolgere il risultato.

Non capisco perchè se voglio trasmettere ad altri il tuo senso, tu lo neghi a me.

Mi chiedono di guardarti con occhi vispi, con la gioia, ma tu non hai nulla di vispo, tu porti tanto astio e quintali di rancore.

Vivere nel tuo guscio e sentirti prigioniero, appartenere a qualcosa che in realtà non sei più tu. Pensavo fossero le pene d’amore quelle più tristi, ma non avevo considerato la cattiveria e il male. nessuno di noi è buono o cattivo, ma tutti compiamo delle scelte e le conseguenze di esse possono esserci favorevoli e come in questo caso, contrarie.

é difficile la vita di un guerriero, lotta per un suo valore e per un suo ideale, pur consapevole che prima o poi arriverà il duello finale come un gladiatore, che si dimena e schiva i colpi di una belva affamata. Il gladiatore vince o perde, ma resta sempre un eroe, e in questa terra, che tu ci creda o no di eroi ce ne sono tanti, ma vuoi sapere qual è la cosa bella? ch’egli non sa di esserlo.. egli non si atteggia a super uomo e agisce secondo quel senso che lo porterò verso il bene, è giunto quindi il momento che quest’egli inizi a far parte della mia vita, perchè delle larve io sono stanca.

Lettera al buon Gesù

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Caro Gesù,

da piccola non ho mai scritto letterine di Natale, a casa non c’era questa usanza  e diciamo che non ci hanno mai fatto credere nell’esistenza di questo omone buffo con la pancia.

Natale rappresenta la natività quindi penso che sia proprio tu il destinatario di queste mie righe, le quali altro non sono che una preghiera. Non posso ritenermi una grande credente, diciamo che appartengo a quella categoria che crede quando avverte quel gran bisogno di trovar conforto in Qualcosa di grande e soprannaturale.  Il punto fondamentale è che io non chiedo nulla di materiale, non chiedo balocchi e non chiedo che i miei sogni si realizzino. Sento che intorno a me dilaga la tristezza, anche se questa tristezza è stata scatenata dalla stessa avidità degli uomini. Siamo tanti egoisti, ci curiamo del nostro benessere dimenticando quello degli altri.

Gesù, soffrire fa paura, anche se nessuno di noi ha capito che la vera sofferenza non è questa. Il nostro è un tragitto, possiamo affrontarlo come desideriamo, prendendo scoricatoie o scegliendo strade tortuose. C’è una metà per tutti che rappresenta una fine per un verso e l’inizio per un altro. Non ci è stata donata l’immortalità del corpo, come macchine siamo destinate ad esaurirci e il nostro cuore, il motore, dà l’input finale. La morte spaventa Gesù, spaventa tutti noi mortali perchè probabilmente quello è il momento in cui si scontano tutti gli errori. Noi nasciamo liberi, ma da liberi diventiamo prigioneri, prigioneri di una società che opprime, prigioneri del consumismo e della nostra stessa avidità. Perchè si cade in questa trappola? Lo so questa è una domanda a cui nessuno può dare risposta, neanche l’uomo più saggio al mondo, però Gesù posso chiederti un favore grande? Puoi per una volta, solo per un giorno, farci ritrovare quella quiete di quando siamo bambini, di quando un sassolino diventa un mezzo apparentemente inutile per giocare?  Puoi ridonarci quella gioia di ridere, di godere delle meraviglie che ci circondano? Puoi farci dimenticare la sofferenza? Solo per un giorno Gesù, non per sempre, credo che tutte le persone a cui voglio bene non desiderino altro, e vorrei poter pregare affinchè questo mio pensiero trovi conferma. Non te lo chiedo per me, te lo chiedo per chi sta giù, per la mia mamma, per il mio papà (lui più di tutti). Te lo chiedo per i miei amici cari.. dona loro la forza di poter sorridere alla vita, anche chi purtroppo ha perso il senno cadendo nella voragine dell’egoismo e dell’autocommiserazione.

Gesù, ti ringrazio per tutto quello che mi hai donato, che vale più di tutto l’oro del mondo.

Una tua piccola sorella Altro

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Fratellone mio, ho riletto una lettera che ti ho scritto quando ha compiuto 16 anni. Ho i lacrimoni.. in questi giorni penso a come sarebbe stata la vita senza di te. Tu forse non sai quanto ti voglio bene, quanto sei dentro al mio cuore. Sei una parte di me, non so spiegartelo, ma è come se tu fossi il mio gemello. Abbiamo due caratteri completamente opposti, tu molto più concreto, io più sognatrice, tu vivi e lascia vivere, io rosicona.. Siamo un bel concentrato Salvo! è stupendo quando vieni ì e mi fai il solletichino sulla pancia, non è il massimo dell’affetto ch si può manifestare, ma so che quello sei tu.. Anche quando metti quelle manone gelide nella mia schiena calda, calda, una simpatica carogna, ma senza il quale non potrei vivere.Poi salvo c’è un problema, quello che un giorno diverrà mio marito sarà costretto a prendere un posto inferiore nel podio del mio cuore, perchè non c’è persona più importante di te! Chissà se un giorno legerai queste righe, magari riuscirò a far commuovere anche te, questa lettera non è potente come un goal di capitan Zanetti, ma è della tua sorellina che ti porterà sempre nel suo cuore. Grazie Salvo di esistere!

 

Gio o Giannuzza come mi chiami tu!

Riflessione su facebook

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Il social network facebook nella sua superifcialità permette di riflettere molto. Tutti si soffermano alla grande quantità di rapporti sfasciati, ma potrebbe essere uno strumento valido per fare un censimento. Ci avranno già pensato? Chissà…

Parti da un minimo di una trentina di amici, classico dell’utente riservato, che non ama farsi notare, ma che timidamente ha accettato di iscriversi sotto pressione.

Da trenta si passa ad un centinaio, sommi le esperienze scolastiche, alcuni colleghi di lavoro, qualche parente qua e la, insomma il gruppetto è fatto.

Poi ci sono i bicentenari, no, non è un personaggio biblico, sono quegli utenti che allargano il giro di amicizie.

Passo, passo si moltiplicano sempre più, fino ad arrivare a 1000!!!!

Mille???? ma siamo proprio così sicuri che in venticinque anni di vita nel proprio cammino, hanno incrociato tutte queste persone? Poi soprattutto che rapporto s’intrattiene con ognuno di loro? Telefonate? Uscite? Un caffè veloce? Una riunione di lavoro? secondo il mio modesto parere non credo che si è in grdo di interagire con così tante persone.

A cosa serve fare numero? Per non sentirsi soli? bha.. soli. soli si è sempre. Soli si è al mattino, soli si è la sera, al massimo è possibile condividere la propria vita con un cerchio ristretto di persone, e sempre secondo il mio modestissimo parere, quelle che conti sulle dita di una mano, non sono neanche tra i tuoi contatti.

Che strana invenzione questo social network..però riconosco il merito di avermi fatto rincontrare persone che avevo perso di vista, ed è sempre un piacere rivedersi per una cena e per un cafFè.. per il resto, ragazzi.. buona giornata!