Ciao Ada,
era parecchio tempo che non ti vedevo passeggiare per Corso Genova, ho chiesto a mia madre se ti aveva vista, ma anche lei non aveva tue notizie da tempo. Poi un giorno ho deciso di iscrivermi a face book, un social network. Lì ho ritrovato una buona parte della nostra classe delle elementari. Hanno creato un gruppo della Scuola Ariberto e lì ho lasciato un commento. Dicevo che tu eri la nostra maestra e anche li chiedevo agli altri se avessero tue notizie. Ieri sera leggo un intervento di un ragazzo, lui non era nella nostra sezione, era nella c, ma ti conosceva e solo così ho saputo che ci hai lasciati.
Eh pensare che mi sarebbe piaciuto organizzare una cena e farti questa gradita sorpresa, ma la sorpresa ce l’hai fatta tu.
In questi giorni si discute molto sulla scelta di reintrodurre il maestro unico. Non sono figlia della generazione dei maestri unici, ma posso dire che tra le maestre che avevo, quella che mi ha lasciato qualcosa in più sei stata tu. Tu per noi eri come una mamma, pronta a riprenderci quando sbagliavamo, felice di insegnarci, più che l’italiano, la vita. Nel primo anno di università, ho spesso chiacchierato con te, mi ricordo che mi dicevi che saresti stata disposta a concedermi il tuo posto, una volta andata in pensione. Ora tutti i ricordi mi ritornano in mente e tanta tristezza sfiora il mio cuore.
Non sono molto brava con le parole, vorrei dire tanto, ma quel che dico è nulla. Ada io vorrei semplicemente ringraziarti e per questo dico:
Grazie per avermi insegnato a leggere
Grazie per le prime nozioni d’inglese, tu stessa hai frequentato un corso per permetterci d’impararlo. Ricordo ancora le canzoncine.. e una in particolare che ha un significato importantissimo, che ai tempi non potevamo comprendere, ma che oggi da un forte insegnamento. Parlo di Immagine di John Lennon.
Grazie per le poesie che ci facevi imparare a memoria. Autunno di Cardarelli, San Martino di Carducci, e alcuni versi de Il 5 maggio.
Grazie per gli scappellotti, a volte servono e come!
Grazie per le parole di conforto.
Grazie perché per noi eri una mamma.
Grazie perché ci hai insegnato che è bello essere uniti e volersi bene, rispettando anche le persone di colori diversi. Volevi molto bene ad Altaf, tu che non avevi figli, avevi così a cuore la sua situazione che lo portavi anche a mangiare a casa tua.
Ma sai qual è la cosa per cui vorrei tanto ringraziarti? Perché tu dal primo momento hai creduto in me, hai notato la mia sensibilità e mi eri vicina, anche quando a 16 anni dopo la prima delusione d’amore, mi hai ricordato che chi non mi ama non mi merita!
Ada tu resterai sempre nel mio cuore, e tra i miei ricordi più belli. Anche se sono stata un po’ birichina in questi anni, raggiungerò la tanto desiderata laurea e in qualche modo anche tu mi sarai vicina.
Ti voglio bene!
Una tua alunna